PET THERAPY: I BENEFICI DELLA COMUNICAZIONE SILENZIOSA TRA L'UOMO E IL CANE, UTILE TRAMITE TERAPEUTICO-RELAZIONALE



COS'E' LA PET THERAPY?

Con il termine pet therapy, (o zooterapia), generalmente s'intende una terapia "dolce", basata sull'interazione uomo-animale che integra, rafforza e coadiuva le tradizionali terapie e può essere impiegata su pazienti affetti da differenti patologie con obiettivi di miglioramento cognitivo, emotivo, comportamentale, motorio e relazionale

QUANDO E COME NASCE LA PET THERAPY?

Siamo intorno la metà degli anni 50 quando durante una seduta terapeutica di un bambino affetto da una severa forma di autismo, il cane del dottor Boris Levinson, lo psichiatra infantile che si occupava di lui, riuscì a infilarsi nello studio. Si diresse spedito verso il bimbo, lo annusò, gli girò intorno e fece le cose che fanno normalmente tutti i cani socievoli, come dare la zampa, scodinzolare e mostrarsi interessato. In qualche secondo il bambino reagì e cominciò a interagire con il cane, relazionandosi con lui e uscendo dal "muro mentale" dietro cui era barricato, e stabilendo una comunicazione migliore rispetto a quella ottenuta in ore ed ore di sedute.

Alla fine della visita, il bambino stesso chiese di poter tornare dal dottore per poter ancora giocare con il cane, lasciando di stucco sia il medico che i genitori.
Il dottor Levinson provò a ripetere l’evento prima con altri autistici, poi con altri malati mentali e pubblicò i risultati; da qui in poi altri medici provarono a loro volta a usare i cani con i loro pazienti, non solo neurologici e psichiatrici.
Casualmente era nata la cosiddetta “pet therapy”.

Un esempio concreto è rappresentato dall'ospedale Niguarda di Milano che dispone addirittura di un maneggio interno per fare ippoterapia riabilitativa sia fisica che mentale.

COME FUNZIONA LA PET THERAPY?

E’ importante sottolineare che la pet therapy non è una cura delle malattie, il suo obiettivo è quello migliorare la compliance del paziente nell'affrontare il percorso terapeutico riducendo eventuali momenti depressivi o di isolamento cognitivo e sociale.

Nel caso di soggetti anziani è documentato come la presenza di un animale riduca da un lato la pressione sanguigna e dall’altro l’isolamento sociale. In alcuni istituti assistenziali infatti sono presenti dei cani nei reparti di fisioterapia, in modo che gli anziani si rechino volentieri a fare ginnastica.
Nel caso di patologie mentali il pet funge da “ponte” in grado di attivare nuovi canali comunicativi, e sviluppare nuove alleanze terapeutiche tra medici e pazienti.
Ed è infatti proprio nei pazienti neurologici e psichiatrici che si registrano i maggiori successi.

E la volontà può fare la differenza tra sconfitta e vittoria, com'è ampiamente dimostrato.


PERCHE' FUNZIONA?

I motivi sono più di uno.
Molti autori ritengono che gli animali inducono forti reazioni di empatia e sono creature con le quali è molto più facile e immediato relazionarsi. In loro manca completamente qualsiasi atteggiamento di forma, non sono condiscendenti e soprattutto non compatiscono: si è appurato infatti che il compatimento scatena spesso reazioni difensive e di chiusura mentale.

Dal punto di vista neurobiologico, gli studi evidenziano che interagire con gli animali genera il rilascio di endorfine, serotonina, dopamina, ossitocina, i cosiddetti ormoni della felicità.
La stessa produzione ormonale avviene nei cani. E' sufficiente il reciproco contatto visivo per provocare in entrambi i soggetti un aumento dei livelli di ossitocina paragonabile a quello indotto dallo stesso comportamento fra genitori e figli, comune ad entrambe le specie.

Ecco quindi che gli animali sono letteralmente degli antidepressivi naturali, combattono efficacemente gli stati d’animo negativi e aumentano la voglia e la capacità di reagire alle condizioni avverse e a sopportarle al meglio.
Moltissimi animali sono usati in pet therapy, ma quello di gran lunga più sfruttato è il cane e il motivo principale è la sua interattività, esso reagisce e risponde alle attenzioni e a sua volta da attenzioni, tende ad interagire di sua iniziativa con le persone ed è naturalmente propositivo e stimolante.
Le caratteristiche dei cani che li rendono così utili in terapia sono: la loro socievolezza, la loro capacità di dare amore incondizionatamente, la disponibilità ad essere accarezzati e toccati, favorendo quel contatto corporeo che è tanto importante per chi utilizza il corpo come primaria fonte di comunicazione non verbale; proprio attraverso il contatto corporeo, sono in grado di infondere calma e sicurezza, favorendo una buona gestione dell’ansia; un cane può attrarre l’attenzione di una persona disorientata: l’utilizzo di questi animali con pazienti che hanno uno scarso contatto con la realtà è, dunque, ritenuta molto utile poiché essi, grazie ai cani, possono essere riportati a focalizzare la propria attenzione sul presente; i cani possono generare un contenimento e una stabilità grazie alla loro naturale predisposizione alle regole.
Allo stesso modo, persone con difficoltà d’apprendimento e dell'attenzione, con l’ausilio dei cani, possono aumentare la propria capacità di concentrazione, osservando le attività che loro fanno e nell'interazione guidata con loro.

 

Cosa fanno di particolare gli animali? Ebbene, niente!!!

Alcuni cani fanno dei giochini, ad esempio saltano cerchi tenuti dai bimbi o trovano oggetti nascosti, o altre piccole attività come dare la zampa o farsi accarezzare ma nella maggior parte dei casi sembra non facciano nulla, ma è nella loro presenza e nel loro lasciarsi "coccolare" che restituisco alle persone la sensazione di essere accettati incodizionatamente, semplicemente per quello che sono. Ed è in questo che l'azione del cane svolge a pieno la sua funzione di aiuto, nel restituire al soggetto, portatore di un bisogno, quella parte mancante che genera la sofferenza.

Perché la pet therapy con i cani funzioni, il cane non deve e non può essere “addestrato”: con l’addestramento si può insegnare al cane a sopportare passivamente, non ad amare qualcosa che non gli piace fare per carattere.

Non tutti i cani sono adatti, ci vogliono determinate prerogative caratteriali che non possono essere apprese ma sono innate.
Oltre al requisito fondamentale, cioè amare la gente e il contatto fisico con le persone, il cane deve essere “stabile”, “equilibrato” e “basso di temperamento”, termini questi con i quali gli addetti ai lavori indicano cani molto poco nervosi, non paurosi, che non si spaventano facilmente e che anche sotto stress, sia prolungato od improvviso, non perdono la calma. Devono avere in dotazione un’altra caratteristica decisamente genetica, ovvero la capacità di agire con delicatezza e di calibrare sempre la propria forza. Tra i service dogs ed i therapy dogs ci sono cani di ogni genere, inclusi molossoidi come pitbull e rottweiler.

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